OMOCISTEINA ALTA : cause sintomi e cure

OMOCISTEINA : che cosa è

L’ omocisteina è un amminoacido solforato (contiene un atomo di zolfo) che si forma a partire da un amminoacido essenziale, la metionina, per demetilazione di quest’ultima. Metionina ed omocisteina, infatti, si interconvertono tra loro ed in queste reazioni svolgono un ruolo fondamentale anche la Vitamina B12 e l’acido folico

L’ omocisteina rappresenta un fattore di stress ossidativo per il nostro organismo. I suoi valori, quindi, non possono aumentare oltre quelli consentiti, in quanto, un accumulo di questo amminoacido è un fattore di rischio per le patologie cardio-vascolari, neuro-degenerative e per la salute delle ossa.

Per smaltire l’ omocisteina in eccesso, il nostro organismo la trasforma in metionina, tramite una reazione catalizzata da un enzima, l’ omocisteina metil transferasi, che utilizza come cofattore la vitamina B12 e che trasferisce un gruppo metilico (CH3) da una molecola di metil-tetraidrofolato (acido folico metilato) ad una molecola di tetraidrofolato (acido folico biologicamente attivo).

In questa reazione, dunque, è necessaria la presenza delle due vitamine che, se carenti nell’organismo, impediscono la conversione dell’ omocisteina in metionina, determinandone un accumulo nell’organismo. Un’altra reazione con la quale può essere smaltita l’ omocisteina è la transulfurazione, attraverso la quale viene degradata in cistina in una serie di reazioni che utilizzano come cofattore un’altra Vitamina del gruppo B, la Vitamina B6.

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Anche una carenza di quest’ultima, quindi, può determinare un accumulo dell’amminoacido in circolo. La cistina viene poi eliminata attraverso le urine.

OMOCISTEINA : valori normali

I valori di omocisteina in circolo vengono definiti fisiologici quando sono compresi tra i 5 ed i 9 umol/L (micromoli/litro).

Omocisteina
Omocisteina: un amminoacido importante

In ogni caso, valori fino alle 12 umol/L sono considerati ancora accettabili secondo le Linee Guida Internazionali.

Vengono, invece, considerati elevati i valori di omocisteina che superano le 13 umol/L nell’uomo adulto e le 10 umol/L nella donna adulta.

Per i ragazzi con un’età inferiore ai 14 anni, invece, sono accettabili valori fino alle 11,3 umol/L, oltre i quali si parla di iperomocisteinemia.

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Normalmente, i valori di omocisteina sono maggiori nell’uomo rispetto alla donna, fino al periodo della menopausa, quando la donna raggiunge gli stessi valori dell’uomo.

Inoltre, con l’invecchiamento si ha un aumento fisiologico di omocisteina. Questo è uno dei principali motivi che determinano un aumento del rischio cardio-vascolare nelle donne in menopausa e durante l’invecchiamento.

OMOCISTEINA ALTA : iperomocisteinemia

Un eccesso dei livelli di omocisteina (iperomocisteinemia) in circolo è una condizione che può essere determinata da diversi fattori, sia genetici che ambientali.

Come abbiamo accennato in precedenza, una carenza di vitamine B12, B6 ed acido folico determina un accumulo dell’amminoacido in circolo.

Questa carenza può essere dovuta a malnutrizione e/o cattiva alimentazione oppure a particolari condizioni, come ad esempio lo stato di gravidanza, durante il quale queste vitamine possono diventare carenti.

Altre cause di iperomocisteinemia sono, ad esempio, l’utilizzo di alcuni tipi di farmaci o anche patologie a livello renale. L’ omocisteina, infatti, viene eliminata dal nostro organismo attraverso le urine, sottoforma di cistina.

In caso di patologie renali, diminuisce l’escrezione di tutti i prodotti di scarto e, di conseguenza, aumentano i livelli di questo amminoacido nel sangue.

Le cause genetiche, invece, che possono determinare una condizione di iperomocisteinemia anche molto severa (i valori di omocisteina in questi casi possono arrivare addirittura a superare le 100 umol/L), sono da attribuire a deficit enzimatici.

Gli enzimi coinvolti nei meccanismi di smaltimento dell’amminoacido, in caso di mutazioni genetiche, non sono funzionanti oppure lo sono solo parzialmente, e questo determina un aumento dei livelli di omocisteina in circolo.

Un’altra mutazione genetica che, indirettamente blocca il riciclo dell’omocisteina, è quella a carico dell’enzima metilene tetra-idrofolato reduttasi.

Questo enzima è coinvolto in una reazione di conversione del metilene tetra-idrofolato a metil tetra-idrofolato. Quest’ultimo rappresenta il donatore metilico che permetterà la conversione dell’ omocisteina in metionina, trasformandosi a sua volta in tetra-idrofolato (acido folico attivo).

Questa reazione è fondamentale sia per mantenere costanti i livelli di acido folico in circolo (anche l’ acido folico svolge numerosi ruoli fondamentali nell’organismo, in particolare, esso è coinvolto nei meccanismi di sintesi del DNA e, dunque, di proliferazione cellulare), sia di smaltimento dell’ omocisteina.

Questa mutazione è stata riscontrata nello 0,1 % della popolazione e rende questo enzima termolabile, quindi esso risulterà molto più facilmente inattivabile e non funzionante.

Questo è uno dei principali motivi per cui, alle donne in gravidanza o in procinto di fare un figlio, viene prescritto acido folico in via preventiva, in quanto, in caso di mutazione genetica, una carenza di acido folico potrebbe determinare nel feto la comparsa della spina bifida, ovvero una non corretta chiusura del tubo neurale.

Infine, fattori determinanti di iperomocisteinemia sono:

  • il fumo
  • abuso di alcol
  • abuso di caffè

Iperomocisteinemia: effetti

L’ omocisteina è un amminoacido che, se presente in eccesso nell’organismo, può provaocare diversi danni e determinare l’insorgenza di varie patologie.

Un’iperomocisteinemia è, innanzitutto, correlata ad un maggiore rischio di patologie cardio-vascolari.

Studi scientifici hanno dimostrato che elevati livelli di omocisteina in circolo vanno ad alterare la funzione dell’endotelio vascolare, riducendo la produzione attiva da parte di questo tessuto di sostanze vasodilatatorie, in particolare, di ossido nitrico.

Normalmente, infatti, l’endotelio dei vasi sanguigni è un tessuto che produce numerose sostanze ad azione vasodilatatoria. Questo mantiene i livelli di pressione arteriosa costanti.

Quando si ha un accumulo di omocisteina in circolo, invece, essa si comporta da radicale libero, determinando un aumento dello stress ossidativo ed alterando così la fuzione endoteliale.

L’ omocisteina, infatti, si va ad addossare alla parete dei vasi sanguigni e si lega proprio all’ossido nitrico, formando l’ossido nitroso. Questo, determina una riduzione della concentrazione di ossido nitrico in circolo, con conseguente vasocostrizione ed aumento dei livelli di pressione arteriosa (ipertensione).

Inoltre, l’ omocisteina va ad agire anche stimolando la formazione della placca aterosclerotica a livello dei grandi vasi sanguigni. In questo senso, l’amminoacido solforato agisce con un doppio meccanismo, sia diretto che indiretto.

L’ omocisteina, infatti, da una parte si va a legare direttamente in circolo alle molecole di LDL (colesterolo cosiddetto cattivo), formando un composto insolubile, l’LDL-tiolattone.

Questo complesso viene riconosciuto come un elemento da eliminare da parte del sistema immunitario, che attiva alcune cellule specializzate, i macrofagi, a fagocitarlo.

I macrofagi, quindi, accumulando al loro interno questi complessi in elevate quantità, vanno in contro ad una disfunzione cellulare, trasformandosi nelle cosiddette cellule schiumose, che vanno a loro volta ad innescare i processi infiammatori che sono alla base della formazione della placca aterosclerotica.

D’altra parte, l’ omocisteina in eccesso va ad agire anche in maniera indiretta, aumentando i livelli di stress ossidativo in circolo ed ossidando le molecole di LDL. Le LDL ossidate rappresentano il vero fattore di rischio per la malattia aterosclerotica. Infatti, anch’esse vengono riconosciute dai macrofagi e fagocitate, con la conseguente formazione delle cellule schiumose.

Elevati livelli di omocisteina in circolo, dunque, equivalgono ad avere elevati livelli di colesterolo, in quanto entrambi determinano le stesse conseguenze nell’organismo.

L’iperomocisteinemia è una condizione che sembra essere fortemente correlata anche alle patologie neuro-degenerative. In particolare, sembra esserci una forte associazione tra elevati livelli di omocisteina e l’Alzheimer.

Diversi studi, infatti, hanno riscontrato elevati livelli dell’amminoacido solforato nei pazienti affetti da questa patologia. L’Alzheimer è una patologia con una forte predisposizione genetica ma che presenta anche una componente ambientale.

Essa, infatti, sembra essere innescata da processi infiammatori determinati da un aumento delle concentrazioni di radicali liberi a livello cerebrale.

L’aumento dei livelli di omocisteina è stato correlato anche ad un aumento delle fratture ossee, e quindi all’osteoporosi.

OMOCISTEINA : la dieta

Come abbiamo detto precedentemente, per tenere bassi i livelli di omocisteina in circolo è molto importante mantenere il giusto equilibrio tra le vitamine B12, B6 e l’ acido folico. Per questo motivo, una dieta varia e ben bilanciata, è fondamentale per evitare una carenza di queste vitamine ed il conseguente aumento dei livelli di omocisteina.

La corretta alimentazione si deve basare sull’introduzione di tutti i macronutrienti in maniera equilibrata. Questo, ci permetterà di introdurre il giusto fabbisogno giornaliero di tutte queste vitamine, necessario al mantenimento di un buono stato di salute del nostro organismo.

Molto importanti, in particolare, sono le fonti proteiche ricche di amminoacidi essenziali, quindi carne, pesce, latte e uova, ma anche le cinque porzioni di frutta e verdura giornaliere raccomandate dai nutrizionisti.

ALIMENTI RICCHI DI VITAMINA B12:

  • tonno
  • vongole
  • formaggi e latticini
  • uova
  • pesce

ALIMENTI RICCHI DI VITAMINA B6:

  • cereali
  • legumi
  • patate
  • peperoni
  • cavoli
  • broccoli
  • pesce
  • uova
  • latte

ALIMENTI RICCHI DI ACIDO FOLICO:

  • legumi
  • pollo
  • spinaci
  • lattuga
  • cicoria
  • barbabietola
  • broccoli
  • soia
  • quinoa
  • frutta secca
  • castagne
  • uova
  • pesce
  • formaggi

Anche i metodi di cottura sono fondamentali. Una cottura ad elevate temperature o troppo prolungata nel tempo, infatti, determina un drastico abbassamento della concentrazione di vitamine all’interno degli alimenti.

Inoltre, essendo queste delle vitamine idrosolubili, tendono a disperdersi nel liquido di cottura. Sono, quindi, consigliati metodi di cottura che utilizzano piccole quantità di acqua.

No alla bollitura delle verdure e degli ortaggi, dunque e sì, invece, alla cottura al vapore che mantiene quasi inalterato il contenuto di vitamine degli alimenti.

Per Approfondire:

Http://www.salutarmente.it/2016/02/omocisteina-alta-iperomocisteinemia.html

Http://www.greenstyle.it/omocisteina-cosa-valori-normali-188274.html

Http://www.inpha2000.it/patologie/iperomocisteinemia/

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Alessandro Gennarihttps://www.linkedin.com/in/alessandro-gennari/
Giornalista, in rete dalla fine degli anni 90. Mi piace mangiare e bere bene, adoro fare sport. Attualmente sono impegnato in una delle realtà editoriali maggiori del Paese e seguo per passione questo progetto che per me rappresenta un momento di studio e di sperimentazione digital

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