TRIGLICERIDI ALTI e BASSI : sintomi cause e cure

TRIGLICERIDI ALTI : quando e perché

L’innalzamento dei trigliceridi nel sangue può essere di tipo primario o secondario. Si parla di innalzamento primario o genetico quando i trigliceridi aumentano a causa della cosiddetta ipertrigliceridemia familiare che spesso si verifica in individui sovrappeso o obesi: in questi casi si alza anche il rischio di malattie cardiache e pancreatiche. L’innalzamento secondario invece è dovuto a cause non genetiche, che riguardano piuttosto lo stile di vita, alcune patologie o terapie in corso, ovvero:

  • dieta sbilanciata e abuso alimentare: spesso in questi casi i pasti sono poco numerosi ma molto calorici. Si prediligono i pasti principali a discapito degli spuntini e il piatto viene riempito con alimenti eccessivamente calorici, soprattutto con calorie derivanti dallo zucchero. Questo comportamento alimentare scorretto, che consiste in una serie di abbuffate, mette in crisi l’organismo poiché lo costringe ad alternare digiuno e innalzamenti molto repentini della curva glicemica. Accade quindi che si abbiano episodi di iperglicemia (molti zuccheri nel sangue) con conseguente iperinsulinemia (picchi eccessivi di produzione di insulina), con il risultato di una digestione anormale degli alimenti, di cui vengono metabolizzati principalmente i grassi, che portano ad innalzare i trigliceridi nel sangue;
  • abuso di bevande alcoliche: nonostante l’alcol non sia prettamente un alimento, il corpo reagisce alla sua ingestione in maniera molto simile alla reazione con gli zuccheri, innescando il meccanismo di iperglicemia – picco di insulina, con conseguente innalzamento dei trigliceridi alla fine della digestione;
  • diabete mal controllato;
  • assunzioni di alcuni farmaci, fra i quali la pillola anticoncezionale, i diuretici e gli steroidi;
  • problemi renali/insufficienza renale
  • terapie con corticosteroidi
  • terapie con estrogeni
  • ipotiroidismo

TRIGLICERIDI ALTI (ipertrigliceridemia) : le conseguenze

Le principali conseguenze dei trigliceridi alti sono:

  • arteriosclerosi: aumento dello spessore delle pareti delle arterie
  • aumento delle malattie dell’apparato cardiocircolatorio, come cardiopatie di vario tipo, infarto del miocardio, ictus.

Assieme a queste conseguenze dirette, i trigliceridi alti si accompagnano spesso ad altre situazioni fisiologiche e spesso patologiche come:

  • obesità
  • girovita eccessivamente ampio
  • sindrome metabolica (a causa delle conseguenze sulla curva glicemica e sulla produzione di insulina)
  • colesterolo alto
  • ipertensione
  • squilibrio degli ormoni tiroidei
  • patologie a carico di fegato e reni

Trigliceridi bassi (ipotrigliceridemia) : quando e perché

Data l’incidenza dell’ipertrigliceridemia nella popolazione occidentale, spesso la situazione opposta, ovvero un livello troppo basso di trigliceridi nel sangue, passa in secondo piano: il suo nome è ipotrigliceridemia, se ne sente parlare meno e le sue conseguenze sono meno note.

- Advertisement -

Si parla di trigliceridi bassi quando il loro livello scende al di sotto dei 50 milligrammi per decilitro di sangue. Generalmente è una situazione che si presenta in caso di

  • malnutrizione (sia dovuta a scarsa alimentazione sia dovuta a malassorbimento)
  • ipertiroidismo
  • malattie del fegato

Frequentemente, i problemi legati alla sfera nutrizionale possono portare ad una diagnosi di celiachia proprio partendo da un esame dei trigliceridi: la celiachia infatti è una delle patologie che più frequentemente porta ad un malassorbimento dei nutrienti e quindi ad una particolare forma di malnutrizione, con conseguente abbassamento dei trigliceridi.

Per quanto riguarda i farmaci, vi sono alcune sostanze che abbassano i trigliceridi, fra cui le statine, i fibrati, l’olio di pesce, la fibra alimentare, gli alimenti prebiotici, la vitamina C e la niacina, nota anche come acido nicotinico o vitamina PP (Pellagra Preventis).

A differenza dei trigliceridi alti, i trigliceridi bassi non sono una condizione immediatamente allarmante e a meno di alti disturbi e sintomi correlati, il medico non prescriverà terapie specifiche, ma si limiterà a fornire dei consigli dietetici.

Come abbassare i trigliceridi nel sangue

Quando i trigliceridi aumentano sopra alla soglia massima consigliata, superando il valore di 200 milligrammi per decilitro, si parla di ipertrigliceridemia. Questa condizione va evitata e, in caso si presenti, va urgentemente corretta poiché aumenta criticamente il rischio di infarto e il rischio di altre malattie cardiovascolari. I trigliceridi troppo alti predispongono a diversi rischi:

- Advertisement -
  • Peggioramento della fibrinolisi: la fibrinolisi è il processo finale della coagulazione, che avviene quando una ferita è stata completamente rimarginata e il corpo deve sciogliere il “tappo” di fibrina creato in emergenza per bloccare l’emorragia. Tale tappo va sciolto per permettere al vaso sanguigno di tornare efficiente e lasciar scorrere liberamente il sangue. Una fibrinolisi inefficace porta ad un’eccessiva coagulazione e alla riduzione della funzionalità del sistema cardiovascolare;
  • Aumento del rischio di trombosi: data la condizione appena descritta, quando i “tappi” a base di fibrina non vengono correttamente eliminati, o quando la coagulazione avviene in modo eccessivo, c’è il rischio che i coaguli si stacchino dalla loro sede ed entrino in circolo fino ad entrare un vaso troppo stretto, tappandolo e generando la necrosi dei tessuti che andava ad alimentare e ossigenare;
  • Aumento del colesterolo LDL (colesterolo cattivo): spesso i trigliceridi alti sono correlati ad alti valori di colesterolo cattivo;
  • Abbassamento del colesterolo HDL (colesterolo buono): spesso i trigliceridi alti sono correlati ad alti valori di colesterolo buono.
L’esercizio fisico è fondamentale per abbassare i trigliceridi

L’aumento dei trigliceridi è dovuto a diverse cause: a volte, per abbassare il livello dei trigliceridi nel sangue è necessario agire sulla causa primaria che porta a tale aumento e, una volta che la causa è rimossa, i trigliceridi torneranno ad un livello normale. Spesso però la causa dell’ipertrigliceridemia è collegata ad uno stile di vita sbagliato, a partire dalla dieta. In questi casi, per abbassare il livello di trigliceridi nel sangue ci sono principalmente due metodi: la dieta (con stile di vita associato) e la terapia farmacologica. Ecco i pro e i contro dei due metodi.

  • Dieta (e stile di vita) per abbassare i trigliceridi: gli svantaggi di questo metodo risiedono principalmente nel fatto che dipendono in larghissima parte dalla motivazione e dalla costanza del paziente che li deve applicare in ogni momento della giornata. Viene richiesto in pratica un radicale cambiamento nelle abitudini alimentari e di vita. Per quanto riguarda la parte strettamente alimentare, le calorie totali della giornata vanno suddivise in 5 pasti giornalieri, con colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena.  La suddivisione delle calorie deve essere fatta in modo che in nessun pasto ci siano porzioni troppo abbondanti. I cibi da consumare con moderazione sono tutti quelli contenenti carboidrati semplici (dolci, cibi e bevande zuccherate, pasta e panificati con farina 00, riso non integrale, polenta non integrale), ma vanno preferiti i cereali integrali. Sì agli oli vegetali a crudo e agli alimenti ricchi di omega3, sì agli alimenti ricchi di fibre, come frutta e verdura, in modo da avere un apporto giornaliero di almeno 30 grammi di fibre. Evitare le bevande alcoliche. Per quanto riguarda lo stile di vita, è bene praticare attività fisica in corrispondenza del picco glicemico, ovvero 2 ore dopo la fine dei pasti principali. Sebbene si tratti di un metodo per abbassare i trigliceridi molto impegnativo, porta benefici di lungo periodo e di ottimo livello.
  • Farmaci per abbassare i trigliceridi: i farmaci per abbassare i trigliceridi sono molto efficaci ed abbattono il rischio di incorrere negli eventi secondari elencati sopra, molto pericolosi per la salute e per la stessa sopravvivenza. Nonostante la loro indiscussa efficacia, i farmaci non sono privi di effetti collaterali: le statine, ad esempio, un farmaco largamente utilizzato per abbassare il livello di trigliceridi, è particolarmente affaticante per il fegato e causa frequentemente problemi gastrointestinali. Spesso sono la soluzione migliore per la cura dell’ipertrigliceridemia primaria, mentre sono efficaci anche in quella secondaria dove però sarebbe ancora più importante una rieducazione ad uno stile di vita più corretto e rispettoso della propria salute.

Trigliceridi: che cosa sono

I trigliceridi sono sostanze grasse prodotte nel fegato o introdotte con gli alimenti. Insieme all’aumento del colesterolo, l’innalzamento dei trigliceridi costituisce un fattore di rischio perchè danneggia le arterie. I trigliceridi hanno la sola funzione di “scorta” dei grassi per l’organismo, cioè non forniscono immediatamente energia (come il glucosio) ma vengono utilizzati solo nei momenti di emergenza, cioè quando l’organismo ha bisogno di energia. Essi entrano nell’organismo insieme ai cibi (soprattutto burro, insaccati e formaggi grassi) e non appena l’intestino li assorbe, vengono catturati da particolari proteine, i chilomicromi, e trasportati al fegato e al tessuto adiposo per essere immaganizzati. Nel momento in cui l’organismo ha bisogno di energia, altre proteine (chiamate Vldl) intaccano le scorte e trasportano i trigliceridi in circolo.

I trigliceridi quindi, una volta digeriti, vanno a formare il tessuto adiposo del nostro corpo. Una persona sana ha una quantità di trigliceridi che può oscillare fra i 50 e i 149 milligrammi per decilitro di sangue. Dai 150 ai 199 milligrammi i trigliceridi sono considerati alti ma ancora tollerabili (borderline), mentre oltre i 200 milligrammi di sangue per decilitro la situazione va gestita dal medico. Oltre i 500 milligrammi per dicilitro di sangue, i trigliceridi sono molto alti e i rischi associati sono gravi.

Per misurare il livello di trigliceridi nel sangue ci si sottopone ad un prelievo di sangue venoso, solitamente prelevato dall’incavo del braccio. Per la preparazione a questo esame è necessario presentarsi dopo un digiuno di almeno 12 ore. Durante queste dodici ore ci sono restrizioni anche per le bevande, in quanto è vietata anche l’assunzione di bevande contenenti alcol o caffeina. L’ultimo pasto prima dell’inizio del digiuno deve inoltre essere un pasto leggero.

Trigliceridi : funzioni nell’organismo

Come dicevamo i trigliceridi fungono da riserva energetica di emergenza: quando finiamo le scorte di calorie fornite dai pasti ma continuiamo a bruciare energia, il nostro organismo attinge da queste scorte adipose. Il risultato visibile è il dimagrimento fisico.

Rivestendo il nostro corpo di uno strato di grasso, i trigliceridi fungono anche da barriera termica, quindi ci fanno sentire di meno il freddo. Non a caso, molti animali (e in misura minore anche l’uomo) tendono a ingrassare in autunno, preparandosi ad affrontare il freddo dell’inverno ingrassando un po’. Gli animali che vanno in letargo usano il grasso anche come riserva di nutrimento, oltre che come protezione dal freddo.

Problemi con le analisi cliniche? Invia una domanda nel FORUM: è gratis
Risposta entro 24 ore

Alessandro Gennarihttps://www.linkedin.com/in/alessandro-gennari/
Giornalista, in rete dalla fine degli anni 90. Mi piace mangiare e bere bene, adoro fare sport. Attualmente sono impegnato in una delle realtà editoriali maggiori del Paese e seguo per passione questo progetto che per me rappresenta un momento di studio e di sperimentazione digital

Seguici sui social

736FansMi piace
16FollowerSegui
0IscrittiIscriviti

Ultimi articoli correlati